Las Palmas de Gran Canaria, 31/1/2020
Primi due giorni a Las Palmas e… non mi piace la città – ma comincio a sentire il fascino ambiguo dell’isola dell’eterna primavera. Alloggio, per ora e per poco, in un hotel lungo la famosa spiaggia di Las Canteras dove si accalca il turismo decadente dei voli low cost per pensionati dell’Europa settentrionale. Fiera delle bevute smodate e dell’allegria forzata fuori tempo massimo.
Consiglio la lettura del seguente articolo: http://www.revistacanarii.com/canarii/7/nestor-y-el-tipismo
Oggi ho fatto una lunga passeggiata a San Telmo, Triana e Vegueta. Prendiamo l’architettura che narra la vita passata e presente di ogni città, se la si sa leggere. Il mio sguardo è superficiale – solo una prima lettura affrettata. E intanto respiro la brezza di mare – e questo è il lato positivo. Ho visto il quartiere detto Città Giardino, con il suo stile coloniale dettato dai primi turisti, in gran parte inglesi, e auspicato nel cosiddetto tipismo. Non ho, per ora, foto ma certo che vivere in un villino circondato da palme e bouganville non dev’essere male.
Triana ha un suo stile fine secolo, un po’ neoclassico e un po’ liberty. Mi rendo conto che questo è stato per molti secoli il centro della città, fondata nel 1478 dai conquistadores che, come sempre, poi sterminarono la popolazione locale.
Di questa casa scopro la storia recente – nulla di più purtroppo. Fino ad un anno fa ci viveva, tutta sola l’anziana proprietaria. Quando è morta, sono apparsi parenti da tutto il mondo. Ed ora è chiusa, in attesa che gli avvocati ed i tribunali ne decidano la sorte. Magnifica abitazione, per ora morta.
Passando oltre visito la Cattedrale, inevitabilmente barocca, e il rione “coloniale” un po’ rifatto ad uso e consumo dei turisti. E la “casa de Colon“, cioè di Cristoforo Colombo che, pare, vi soggiornò per qualche giorno prima di andare a scoprire l’America.
Torno poi a Las Canteras e mi rendo conto che a partire dagli anni ’70 il brutalismo ha celebrato qui i suoi trionfi. Lascio a voi giudicare i risultati.